lunedì 30 giugno 2008
Riunione poetica del 27 Giugno 2008 c/o il salone CISL (ex Conigliaro)
Devo ringraziare gli emigranti, sono tanti che scrivono, questo ci spinge sempre più a continuare su questa strada.
La nostra Sicilia ha dentro sè una storia infinita che non termina mai, l'hanno vissuta giorno dopo giorno i nostri padri e i nostri nonni ... ci hanno insegnato come vive il vero siciliano: nell'onestà e correttezza, sacrificandosi ma mai rinnegando la sua onestà di siciliano.
Il 27 Giugno, c'è stata una riunione tra quattro amici, desidererei ricordarli tutti ma se me ne dimentico qualcuno (questo qualcuno ... mi scippa 'a testa! rischio) Giorgio Guarnaccia - autore del racconto tutto siciliano "Filinona" - Giuseppe Amenta, Rosalba Randone - autrice di QUADERNO D'APPUNTI RICORDI ED EMOZIONI poesie in lingua e dialetto siciliano (Rosalba Randone è la poetessa della settimana - Angelo Rullini, la sig.a Cafeo, il presidente ANTEAS Agostino La Fata, Luigina Chimirri, e... nun mmi nni ricordu cchiù (ho rischiato! quindi se me ne sono scordato qualcuno/a ditemelo perchè è giusto correggere). Mi permetto di scrivere - come casca ddo' piru - perchè ritengo che questa sezione di poesia dialettale debba avere lo spirito dell'AMICIZIA, senza AMICIZIA o porsi verso gli altri (che parolona ca mi scìu ma è accussì) non si va da nessuna parte, e ANTEAS è nel campo del volontariato.
E' stato presentato il REGOLA... mi correggo la bozza del REGOLAMENTO del CONCORSO NAZIONALE DI POESIA ANTEAS DI SIRACUSA dedicata - quest'anno - al poeta mai dimenticato Letterio Cafeo (il suo ricordo, con una sua poesia lo potete leggere sul sito dell'AVIS - cliccando l'apposito link (si dici accussì?) a destra del nostro blog.
Il tema del premio: TERZA ETA' E GIOVANI, anello per la vita nell'arte d'invecchiare.
Il concorso si articola in due sezioni, una in lingua e l'altra in dialetto siciliano.
La giuria - qui c'è uno scoglio che il presidente Agostino La Fata deve abbattere - segnalerà - senza dare nessuna classifica - una rosa di tre finalisti per sezione,
e 3 menzioni d'onore per sezione.
La proclamazione del vincitore, per ogni singola sezione (ci sarà soltanto un vincitore per sezione e gli altri due ex equo) avverrà durante la pubblica cerimonia del Premio (a data da destinarsi), tramite una votazione palese fra gli iscritti al Cenacolo Poetico ANTEAS di Siracusa presenti in sala.
Tutte le 12 poesie recitate, saranno in seguito pubblicate in un volumetto che verrà offerto in omaggio.
Tutte le poesie pervenute, e quannu dicu tutte sono veramente TUTTE! escluse quelle che superano i trenta versi (accussì è se vi pare) saranno "accese" (viri che termini ca ti sono andato a pescare) in questo blog.
Personali considerazioni:
E' notorio a tutti che non credo ai concorsi, li ritengo "abbacchittati" tranne rarissime ... ma sempre più rare eccezioni.
Quasi tutti i concorsi poetici, non rendono note tutte le poesie partecipanti; permettetemi di dire che è sbagliato! tutte le poesie devono essere viste almeno da chi ha partecipato al concorso stesso, l'ANTEAS lo farà, scriverò sul blog tutte le poesie partecipanti cosicchè tutti, e quannu dicu tutti ... dicu pappiddaveru TUTTI, si possono rendere conto se la giuria ha fatto un buon lavoro o è stata scarsa.
Il fatto che la votazione avviene nel corso della cerimonia, senza ammucciarisi, credo che sia positivo, poi a volte succede - SUCCEDE - che chi perde ... ma se una poesia è bella, c'è poco da fare E' BELLA punto e basta.
Comunque sia è ancora una bozza e credo che si dovrebbe aggiustare qualcosina, ma solo qualcosina ...
Alla GIURIA (l'haju scrittu tuttu maiusculu!) chiedo di non fare come certi "pappapani acculturati" ca nun sanu mancu unni stanu 'i casa, e che cercono 'u pilu 'nta l'ovu ppi jucari 'u jocu dde' tri carti.
Giudicate le poesie per la sicilianeità che esse esprimono, lasciando stare gli accenti circonflessi, le cediglie, le cammurie... I nostri padri che parlavano perfettamente siciliano non pensavano a queste cose; guardate il cuore della poesia siciliana e sceglietene tre così come per la poesie in lingua. GRAZIE.
A tutti voi un simpaticissimo sorriso (ccu stu cauru) dal vostro
Armando Carruba
GRADISCO I VOSTRI COMMENTI
domenica 29 giugno 2008
LEGGENDE DI SICILIA - La pietra del malconsiglio
RISVEGLIO di Rosalba Randone
CANZUNA RI LI SPIGHI
Vinni lu tempu di li mitituri,
tempu di la viddana e di la massara.
Tu, munachedda, ti scanti r''o suli
pirchì è forti e ti scanti ca t'affara.
Ma all'impruvvisu si ti pìgghia amuri,
penza ca ti la fa pajari cara:
chistu è lu tempu di li mitituri
bbrusciunu i spichi e bbruscia la massara.
LA CANZONE DELLE SPIGHE - Venne il tempo dei mietitori/ tempo di villana e di massaia/ Tu, monachella, temi il sole/ perchè è forte e temi che ti bruci/ Ma all'improvviso se ti prende amore/ pensa che te la fa pagare cara:/questo è il tempo dei mietitori/bruciono le spighe e brucia la massaia. (da:- 'U frischittulu di Vann'Antò)
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sabato 28 giugno 2008
MODI DI DIRE
Si pisa - si procede alla battitura
Si spogghia - se c'è vento, i contadini col tridente tolgono dall'aia la paglia
Si palìa - spagliare con la pala (badile) di legno, per disperdere al vento la polvere della paglia ('u pruvulazzu)
Si pàssunu i rùppa ccu' crivu - si vaglia il grano, è la prima cernita
Si cerni - si eliminano le ultime tracce di paglia e si formano gruppi di frumento
Si brulìa - ultima pulitura, prima di riempire i sacchi.
venerdì 27 giugno 2008
ALLE MIE FIGLIE di Rosalba Randone
IL SANTO LAVORARE
A Mistretta, alla festa per la Madonna del Carmine (16 luglio) si portavano in Chiesa i canestri con la prima uva; in molte altre località dell'isola si portavano al Santo protettore forme di cacio, agnelli castrati, vitelli e colombi; alla chiesa, olio per la lampada e vino per la messa; a Cesarò, sacchi di grano per San Calogero, ceci e fave; a Licata, canestri di pesci per Sant'Angelo.
Cosi 'i 'na vota !
martedì 24 giugno 2008
24 GIUGNO SAN GIOVANNI
FESTA DEL MUZZUNI ad Alcara Li Fusi (ME)
Alcara Li Fusi, sulle colline del messinese, è un paese di pastori e contadini: già nei primi anni del '900, in questo centro di poche migliaia di anime, emigrarono circa ottocento abitanti, diretti nell'Ohio, a Cleveland.
MODI DI DIRE
lunedì 23 giugno 2008
ACCUSSI' E' SE VI APPARE ! di Armando Carruba
- Compare chi diciti? ma cu è ca nun l'ha vista 'a partita?
- La Espania ha fatto la parte del matador!
- Comu?
- Vicinu Milano! la Spagna ha fatto la parte del Torero, olé!
- pourquoi, cioè pirchì?
- Oh bella ha matato l'Italia!
- Compare sbagghiu c'è! la Spagna ha fatto la parte del Toro!
- porquoi... cioè pirchì?
- Ca pirchì pirchì... il toro chi havi?
- Oh bella ... le corna!
- e le corna chi portanu?
- oh bella fortuna!
- e sulu cco' culu la Spagna ha potutu vinciri l'Italia!
Armando Carruba
SICILIA AMATA di Letterio Cafeo
MANGIAR SICILIANO
ingredienti per 4 persone:
400 gr. di pappardelle, 200 gr. di polpa di manzo macinata, 50 gr. di pancetta tesa, 1/2 cipolla, 1 carota piccola, 1/2 gambo di sedano, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, 1/2 bicchiere di vino rosso, brodo, olio, sale, pepe.
procedimento:
Tritate cipolla, carota e sedano e, a parte, la pancetta. Fate rosolare quest'ultima con qualche cucchiaio di olio; quando il grasso si sarà sciolto, mescolando con cura, unite il trito di verdura e, non appena si sarà ammorbidito, ponete a rosolare la polpa di manzo. Mescolate in modo che la carne assuma un colore bruno uniforme; a questo punto bagnate con il vino e lasciate evaporare.
Aggiungete il concentrato di pomodoro sciolto in un po' di brodo caldo, sale e pepe; abbassate la fiamma e proseguite la cottura a tegame coperto per circa 2 ore. Di tanto in tanto bagnate con un goccio di brodo. Lessate le pappardelle in abbondante acqua salata e scendetele al dente.
Conditele con il ragù e servite subito.
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domenica 22 giugno 2008
MODI DI DIRE DIALETTALI - PROVERBIO
CIURI DI CAMPU di Michele Golino
Biata la natura ca vi fici
e chini di culuri vi vistìu
'mmenzu all'erbicedda crisciti
gudennu lu tempu assignatu.
Picca lu ciauru ca pussiditi
ma basta 'a biddizza ppi giuiri
'na festa 'ntra li campi purtati
e casi e pirsuni ralligrati.
Quannu lu suli è 'o tramuntari
e 'stuta 'i luci dda' jurnata
pronti ssu 'i stiddi accumpariri
comu li ciuri mai siminati.
Michele Golino
LEGGENDE DI SICILIA - Aretusa
I MEGGHIU
Impegnativo ed arduo è il mestiere di far ridere, più che far lacrimare, Già ti va bene quando puoi godere. (Tuccio, Franchi, Totò etc.)
CESARE POLITI
Di maschera faccial che trattenere
le risate non fa, senza parlare:
volto serio, simpatico puoi avere?
Sulla parola arguta avrai a contare!
La tua risorsa, Cesare Politi,
è questa, a grinta e "savoir faire" unita:
Canale Cinque a gran barzellettaro
ti ha proposto, e si son divertiti
a milioni; ma, a trasmission finita,
riprendi il lavoro che ti è caro:
"Teatro Amaro",
pirandelliano senso dell'opposto!
Che far ridere, per te, ha un maggiore costo!
Eh!... Ci vuol gusto!
La rabbia, dentro, il magone e la maretta
e far ridere con una barzelletta,
recitando Buttitta
con "Il cortile degli Aragonesi"
e aspettar contributi mesi e mesi!...
Arturo Messina
sabato 21 giugno 2008
L'ELEZIONI CUMUNALI di Rocco Vacca
MODI DI DIRE DIALETTALI
- Ognunu tira l'acqua po' so' mulinu (Ognuno tira l'acqua al suo mulino: ciascuno bada al suo interesse)
- Vutari l'acqua (Voltare l'acqua: deviare l'acqua, evitare l'occasione, cambiar discorso)
- Sciarra di mulinara (Baruffa di mugnai: zuffa simulata che dura poco)
- Cu' junci prima 'o mulinu, prima macina (Chi arriva prima al mulino, prima macina: Il diritto di essere primo; chi tardi arriva male alloggia)
Armando Carruba
CARICATURE
venerdì 20 giugno 2008
ROSSO VERMIGLIO di Ester Avanzi (SP)
Mi porta via questo treno
che rumoreggiando penetra l'aria
e falcia alberi e cose.
Taglia tiepide fasce di luce,
le posa sul viso
e le palpebre chiuse si scaldano di rosso vermiglio,
colorando, tra scenografie di pensieri,
le mie visioni.
E mi trastullo nel tempo,
assecondo ritmi e sobbalzi:
sono linguaggi incisivi stringenti
che sanno quietarsi
per tornare pressanti invasivi
tra le visioni rosso vermiglio.
A poco a poco m'allontano dal dramma
che pur m'appartiene,
dal ruolo in costume scarlatto,
ch'è mio da una vita.
Più stanchi più lenti e insonnoliti
sono pure gli attori.
Scivola via il mio drappo di fuoco
e l'incoscienza mi porta
dietro le quinte.
Ester Avanzi
MANGIAR SICILIANO - PASTA 'NTRULLATA
'Ngridienti (ppi quanti pirsuni si pò) pasta longa (spavetti, spavittini...) o curta (catanisedda, cannilini) già cotta e ristata e poi sarbata 'ntò frigorifiru; un ovu, 'na nucidda di burru, carchi cucchiarata di parmigianu rattatu.
Nesciri 'a pasta ddo' frigorifìru 'na decina 'i minuti prima di cucinarla, battiri l'ovu 'nta piattu e 'rriminaricci dintra 'u parmigianu 'rattatu.
Strogghiri 'u burru'nta 'na sartania e jttarici 'a pasta: frìjri rriminannu sempri a chi l'ovu è 'sciuttu.
Sérviri càudu càudu.
(E' un piattu di risparmiu chi, ppi ccu si cuntenta, arrinesci piacivuli!)
PASTA RIMEDIATA - Ingredienti (per quante persone è possibile): la pasta lunga (spaghetti, spaghettini...) o corta (catanesella, cannellini...) già cotta e avanzata e poi conservata in frigorifero; un uovo, una nocciola di burro, qualche cucchiaiata di parmigiano grattugiato.
Tirar fuori dal frigorifero la pasta circa dieci minuti prima che venga cucinata; battere l'uovo in un piatto e rimestarvi il parmigiano grattugiato.
Sciogliere il burro in una padella e versarci la pasta: friggere rimestando sempre finchè l'uovo sarà asciutto.
Servire assai caldo.
(E' un piatto di risparmio che, per chi si contenta, riesce gradevole).
Posso solo aggiungere che chi non ha mai mangiato un piatto del genere, ha perso un'occasione. A casa mia, quando la casa era piena di risate, la mamma la faceva sempre e noi facevamo a gara per avere la nostra razione (a dir il vero a me non mancava pirchì eru 'u nicu dda' casa).
Provatela questa ricetta, ma per provarla non buttate la pasta rimasta, conservatela in frigo e quando la mangerete sentirete che allegria dentro di voi.
armando
LU SCARPAREDDU LAGNUSU - anonimo
Tè, cché massaru 'u mé scarpareddu,
quannu a li scarpi duna lu puntiddu:
ddu' uri ppi circari 'u cannaveddu,
tri uri ppi turciri lu fusiddu
quattru uri ppi circari lu marteddu,
cinc'uri ppi chiantari lu chiuviddu...
-Ivì! ca mi scurau lu jurniceddu!
Dumani ni susemu pristuliddu!
(anonimo)
per contattarci - anteaspoesie@yahoo.it
cell. 3386331007
'NA VURPICEDDA di V.Savini
'Na vurpicedda, mentri ca currìa,
nisciuta frisca frisca da la tana,
critti ca 'nti lu munnu cu' trizzìa
si la po' fari sempri a la luntana.
'Ntra li campagni vitti, unni ssi n'ija,
'na cagnicedda fatta spana spana:
ddà 'na jaddina 'nchiusa carcarìa
e lu jadduzzu scrusci 'na cianciana.
- D'unni vi vinni a tutti st'alligria?
dicitamillu! ... ju sugnu vostra soru! -
ci addumannò 'a vurpi, e già trasìa
ccu 'a naschitedda stritta e i denti 'i fora.
Ma spunta 'u cani e...- Chi mi veni a mia? -
gridau, e 'a vurpi - Ahi, mischinedda, moru! -
V. Savini
UNA VOLPETTA - Una volpetta, uscita per la prima volta dalla tana, mentre correva, immaginò che in questo mondo chi inganna astutamente possa sempre passarla liscia. Nei campi, per dove andava, ecco che vide una gabbia fatta con le gretole molto rade; entro chiusa, la gallina schiamazza e il galletto fà suonare un bubbolino. -Donde vi è venuta questa allegria?Ditemelo..! Io sono vostra sorella! - domandò la volpe; e già entrava, col nasino stretto e digrignando i denti; quando spuntò il cane, e: - Quale parentela hai con me? - gridò; e la volpe: - Povera me sono morta! -
mercoledì 18 giugno 2008
POETI ANTEAS SIRACUSA - Giuseppe Amenta
Vola, cu li to' pinzeri,
luntanu da li to' peni
supra 'i biddizzi dda' terra
nun pinzannu nenti
e senza addumannari pirchì.
'A vita ti sarbò
sulu ventu ca sciuscia.
Nuddu t'ascuta, ti capisci
'a vita ti desi
'n panaru d'insurti e 'ngiurii.
Vola e nun pinzari a nenti
ca 'sta vita nun cancia
oggi, dumani, sempri.
Giuseppe Amenta
PENSIERI - Vola con i tuoi pensieri/ lontano dalle tue pene/ sopra le bellezze della terra/ non pensando nulla/ e senza domandarti il perchè/ La vita ti ha conservato/ solo vento che soffia/ Nessuno t'ascolta, ti comprende/ la vita t'ha dato/ un paniere d'insulti e ingiurie/ Vola e non pensare nulla/ perchè la vita non cambia/ oggi, domani, sempre.
GRANDE NILO di Maria Luisa Vanacore
martedì 17 giugno 2008
L'AMURI di Anita Popolo
L'amuri è senza tempu e senza fini
è alitu di vita.
E' na carizza, 'nbaciu, na parola,
ca li pinzeri si li porta via.
Si criri ca la vita t'abbannuna
e no ta cori nun c'è cchiù spiranza,
è iddu a miricina cchiù sicura.
Cercalu 'ntra li mura di la casa,
ppi la via, comu focu di vita o frinisia.
Cercalu 'ntra lu sguardu d'impicciriddu
o na la solitudini d'un vecchiu.
Nun senti lu ta cori comu batti?
Se c'è 'npocu d'amuri 'ntra di tia
la vita t'addiventa na poesia.
Ama quantu cchiù poi,
tantu ma tantu.
Picchì l'amuri è focu
ma focu santu.
Anita Popolo
'U MULINARU poesia popolare
lu mulinaru mi vurria vasari.
Di l'ura ca mi vidi cumpariri
mi scàrica e mi stùia lu suduri.
Prima di tutti mi fa macinari,
e a mia mi fa boni misuri,
quannu vaiu a la vutti a 'ffacciari
ddà si li scunta li boni misuri.
IL MUGNAIO - Mamma non mi mandare al mulino/ il mugnaio mi vorrebbe baciare./ Da quando mi vede comparire/ mi scarica e m'asciuga il sudore./ Prima di tutti mi fa macinare/ e a me fa buone misure;/ quando vado ad accostarmi alla botte/ lì se li sconta le buone maniere.
(popolare)
per contattarci - anteaspoesie@yahoo.it
cell. 3386331007
lunedì 16 giugno 2008
SPADA DI DAMOCLE
Un giorno, mentre era al colmo della sua fortuna, un cortigiano di nome Damocle lo adulò per la sua potenza, disse che lui era l'uomo più felice del mondo.
Allora Dionigi lo fece sedere sul suo trono, sopra il quale pendeva una spada, appesa al soffitto mediante un crine di cavallo. Con ciò il tiranno siracusano gli fece capire quanto instabile e pericoloso fosse quel potere che tutti invidiavano.
Damocle capì e immediatamente si alzò!