giovedì 25 novembre 2010

TERMINI SICILIANI DI UNA VOLTA



CURRIOLA (di letto)
Letto che invece di piedi ha quattro girelle, e tiensi sotto i letti: carriuola

anteaspoesie@yahoo.it

Armando Carruba

giovedì 11 novembre 2010

SAN MARTINO - la festa a Siracusa


Più che una festa religiosa la ricorrenza di San Martino la si può definire una sagra popolare che festeggia l'arrivo del vino nuovo.

Fino agli inizi del novecento questa sagra veniva realizzata nei quartieri popolari di Ortigia che in quella occasione si trasformavano in palcoscenico dove la gente rappresentava uno spaccato di vita popolare.

Quei cortili, quelle piazze si animavano con canti e balli in attesa che arrivassero i carretti con le botti del vino nuovo.

La taverna era il punto centrale dove si ritrovava la gente, fedele al vecchio detto:

La morti di lu purpu è la cipudda

la vita dill'omu è la taverna!

'U zuccaru preparava i sanfurricci, bastoncini di miele e zucchero, vera delizia per i carusi. L'odore delle castagne arrostite si intrecciava con la possente voce del vanniaturi che annunciava:

E' San Martinu, zippuli e vinu

llicca mommu e favi caliati

sarausani, siti ammitati.

Ceste di zippuli, dolce della cucina povera siciliana, venivano offerte condite col miele, zucchero e vino cotto di carrubba mentre il venditore di sangunazzu e robba cotta offriva la sua merce condita di allegre illusioni.

Ed ecco, dal fondo della strada, spuntare i carretti 'mpinnacciati, capolavori di un'arte popolare che si estrensicava attraverso questi gioielli ancora vivi nei nostri ricordi.

Attorno quei carretti carichi di vino si snodavano balli e canti popolari mentre 'i tavirnaru offriva la vippita con generosa allegria. Questo modo di far festa, arricchito di tanta spontanea partecipazione, donava alla gente gioia e spensieratezza rendendola protagonista di una realtà antica e nuova.

armando carruba