venerdì 28 dicembre 2007

giorno 20/12 rientro del Simulacro di Santa Lucia in Cattedrale





































I Vigili del Fuoco che per un tratto hanno portato il Simulacro di Santa Lucia in Cattedrale.
IMMAGINI DELL'ANNO SCORSO!

Il rientro dalla Borgata al Duomo ha concluso giorno 20 dicembre i festeggiamenti in nome della Patrona. Un altro lungo, silenzioso abbraccio dei siracusani alla Martire nel giorno dell'Ottava; otto giorni dopo la festa del 13 dicembre. Alle 16,30 da piazza Santa Lucia è partito il corteo al seguito del Simulacro argenteo composto dai Berretti verdi. Due fermate importanti al Santuario della Madonna delle Lacrime e all'Ospedale davanti una folla di fedeli e di ammalati. Tutta la processione, come già nell'andata, è stata accompagnata dal Corpo bandistico Città di Siracusa composta da 120 elementi.
Adesso Lucia è tornata nella sua Cappella in Cattedrale, dove resterà sino al prossimo, emozionante abbraccio della sua gente.
(Foto di GINO CATAUDO)
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lunedì 24 dicembre 2007

BUON NATALE - Ricordando un Natale a Milena (CL) anni '30


Questa è la Chiesa Madre di Milena provincia Caltanissetta aperta al culto il 19 marzo 1881 con l'aiuto di tutti i fedeli compresi gli emigrati che mandavano le loro offerte. La vigilia del Natale, il grosso della popolazione va ad assistere alla messa di mezzanotte. Il tempo d'attesa, negli anni 30/40 lo si trascorreva giocando a tombola o a carte. Le famiglie giocavano a casa, mentre gli uomini si riunivano in locali pubblici o abitazioni private a giocare d'azzardo. Alle 23 la chiesa è piena. Le donne sedute nella parte anteriore cantano la novena. Davanti all'altare maggiore è appeso un drappo. Poco prima di mezzanotte inizia la messa, ch'era concelebrata dai due preti del paese. A mezzanotte si tirava il drappo ed appariva una statua di cera del Bamminu, posto in una sorte di nido fatto con rami di arancio carichi di frutti e con fiori artificiali. E' la Natività, e viene salutata con manifestazioni di giubilo e con tumori di sedie e di piedi contro il pavimento. Una zampogna suona la ninna nanna di Gesù Bambino, qualcuno batte un temburello e le donne poste nella parte anteriore della chiesa cantano un nuovo rosario.
Oi e sempri di cuntinuu
Sia ludatu Gesù Bamminu
E ludatu ccu firvuri
Sia lu nostru Redinturi
E ludamulu ogni mumentu
Nostru Diu ni lu Sacramentu
Si usava portare dolci in Chiesa e mangiarli appena nasce Gesù Bambino. La Messa termina con una acclamazione intonata: Viva Gesù Bambino!
Il giorno di Natale si celebrano in Chiesa 5 messe, e sono tutte abbastanza affollate. Non si lavora, ed ogni famiglia consuma un pranzo migliore del solito. Il piatto tradizionale principale era il cappone. La giornata somiglia ad una domenica un pochino più festosa dell'abituale, poichè l'apice della festa religiosa è la nascita simbolica alla messa di mezzanotte.
Il Cenacolo poetico dialettale ANTEAS di Siracusa augura a tutti i lettori
B U O N N A T A L E !

sabato 22 dicembre 2007

CENA FNP ANTEAS per dirsi ... BUON NATALE !

Giorno 17 dicembre 2007, presso l'Hotel del Santuario della Madonnina delle Lacrime (ex Casa del Pellegrino) prima di una cena che è stata l'occasione per dirsi in famiglia FNP e ANTEAS ... BUON NATALE, sono state rappresentate delle scenette di Giorgio Guarnaccia e poesie dei poeti dell'ANTEAS Cenacolo poetico dialettale di Siracusa,
La serata è stata gradita dai presenti e il buon Gino Cataudo (in foto) ha immortalato alcuni momenti, dimenticandosi d'immortalarsi !!!
Lo facciamo noi... Grazie Gino Cataudo per aver così bene commentato con immagini la splendida serata !

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CENA FNP ANTEAS per dirsi ... BUON NATALE !

Che squadra ragazzi!!! mi scuso con i due "simpaticissimi" a lato che non ricordo il nome e neanche il cognome (si viri ca perdu coppi ah?) ma permettetemi di dire che questa cena, è stato un motivo d'incontro tra persone appartenenti allo stesso sindacato CISL pensionati e alla neo-nata ANTEAS, persone impegnate nel sociale giorno dopo giorno, di staccare la cosidetta spina e trovarsi in una serata che odora di famiglia.
Grazie ad Agostino La Fata, ma soprattutto grazie a Pasquale Garipoli, segretario della FNP... per me eterno ragazzo del Pantheon di Siracusa.
BUON NATALE

IL GRUPPO TEATRALE ANTEAS!!! La scenetta del PORTAFOGLIO è stata interpretata alla grande, BRAVI!

Amico... ma a mia pirchì mi n''à datu cchiù picca ah?


Primo da sinistra l'amico insostituibile e... non basterebbe un blog intero per descriverlo: Pino Cultrera!



CENA FNP ANTEAS per dirsi ... BUON NATALE !

Che tavolo ragazzi!!! da sx - Antonino Bottaro, Franzò, una bella signora, e... Bellanich !!! che tavolo!!!
Il sempre presente ... Agostino La Fata s'intrattiene tavoli tavoli, ma quannu s'assetta a manciari?




Da sinistra la signora Reale, vedova del mai dimenticato Oreste Reale e la poetessa Anita Popolo



Al centro il poeta, scrittore, attore, regista, commediografo, in una parola l'insostituibile:




Giuseppe La Delfa!




Il poeta Barbagallo e gentile signora





CENA FNP ANTEAS per dirsi ... BUON NATALE !

La sig.a Barbagallo e la poetessa Rosalba Randone
Lucia Lombardo, Gino Suma e Armando Carruba

Il delegato del Cenacolo poetico dialettale (ca mancia... e comu mancia!) il presidente della sez. Culturale e i figli dell'attore Nino Rossi. Chi si manciava? RISO ALLA MARINARA di chiddu ca fa ciauru 'i mari vah!


Giorgio Guarnaccia, autore delle scenette che hanno allietato la serata, e gentil consorte.














Il presidente ANTEAS Agostino La Fata s'intrattiene ai tavoli...






CENA FNP ANTEAS per dirsi ... BUON NATALE !

Al centro tavolo: Vella, Agostino La Fata e al taglio torta il Segretario FNP Pasquale Garipoli
Che gruppo!!!2a da sx Lucia Zappalà, il presidente ANTEAS Agostino La Fata, Il Segretario FNP Pasquale Garipoli e... CORO ANTEAS!!!

I DUE PIU' che hanno allietato la serata!!! alla tastiera Pino Cultrera!!!


Le colonne ANTEAS SR Antonino Bottaro, Bellanich, Lucia Zappalà e il presidente ANTEAS Agostino La Fata!







Ed ecco a voi... IL CORO! nuautri manciavumu...




Nel gruppo l'attrice Lucia Lombardo (la prima da sx) il presidente ANTEAS di Siracusa Agostino La Fata e gentile consorte.





Il primo da sinistra il segretario FNP Pasquale Garipoli






La poetessa Luigina Chimirri e consorte.















venerdì 21 dicembre 2007

'A CUCCIAREDDA


Si cenava di prima sera con pietanze a base di baccalà e con 'mpanate di broccoli e aiti (segale), arricchite con pezzetti di salsiccia piccante, e poi, mentre le donne erano intente a friggere le crispelle, da consumare calde calde con lo zucchero o intinte nel vino cotto, si spiluccava lupini, si mangiucchiavano patate e pere cotte sotto la cenere, si giocava a carte, si beveva e si parlava. La brace doveva durare sino all'alba. Con ciò si voleva significare, secondo l'antica simbologia popolare, che il cristiano intendeva riscaldare il Santo Bambino appena nato. Era un atto d'amore e di fede.
La gente del popolo dà un panuccio bislungo spaccato nelle estremità nella festa del bambino... detto volgarmente cucciaredda. Si tratta di un pane figurato, simbolico, risultato dalla congiunzione di due mezzi pani e guarnito in superficie con nocciole intere. Veniva regalato ai bambini, e alle suocere se ne destinava una forma più grande.
Tale tradizione non è proprio scomparsa, anzi in un forno pubblico di Ferla e Palazzolo s'è messo a panificare e a sfornare "cucciareddi" per tutti coloro che hanno voglia di fare un tuffo nel passato.

giovedì 20 dicembre 2007

'U SANGUNAZZU

Il sangue, insaporito con latte, un po' di zuchero, prezzemolo, noci pestate e pepe nero, e insaccato dentro il "cularinu" si metteva a bollire e diventava squisito "'u sangunazzu". Le interiora arrostite alla brace, si facevano prelibati bocconcini da consumare subito, oppure, sposate a tenere cipolline, si trasformavano in succulente padellate, delle quali in breve tempo non rimaneva nessuna traccia.
I "minzini" a seconda della parte anatomica di provenienza, diventavano salsiccia pepata rossa e impastata con vino e finocchietto, lardo salato e pepato nero, pancetta, gelatina, strutto, insomma tutto ciò che è possibile rimediare dal maiale.
Un'altra tradizione popolare diffusa nell'isola, era quella di bruciare il ceppo ('u zuccu) nella notte della vigilia sul piazzale delle chiese.
Attorno a quel fuoco, si riunivano famiglie e i parenti più stretti in attesa della natività: era come un rito sacrale che si rinnovava ogni anno.

I CARNAGGI

Con l'approssimarsi del Natale, nei centri agricoli c'era la conseitudine da parte dei fittaioli di portare i "carnaggi" al padrone. Era questo, un uso molto antico e esteso a tutta la Sicilia che si rispettava puntualmente anche per le feste di Pasqua e Carnevale e a chiusura della stagione agricola. Le appendizie dovute al padrone, erano espressamente previste nei contratti agrari stipulati con i gabelloti: in genere erano costituiti da capretti, polli, formaggi "priminticci", ricottelle, uova, retoni di paglia, frumentina, "cufini" di fichi d'India, e così via. Altra tradizione natalizia, ancora in uso sia tra le famiglie contadine che in quelle borghesi, era quella del porco, del porco nero: lo si ammazzava e lo si magnificava! Per evitare spiate e non pagare il dazio, l'olocausto si compiva clandestinamente e con la complicità delle tenebre.
Si legava l'animale per le zampe e si cercava d'immobilizzarlo su una specie di tavolo sacrificale approntato con dei trespoli e una porta vecchia. Trafitto alla gola l'animale cominciava a mugghiare e a sgriddare a più non posso: tutt'intorno c'era il ballo di S.Vito: chi lo teneva, chi raccoglieva il sangue zampillante, chi attizzava la brace, chi lo scurava e chi lo spilava dandogli a raschiare con il coltello. Sventrato, veniva fuori, ancora fumante, tanta grazia di Dio da far confondere. Poi si squartava e si divideva in "minzini" due o quattro.

POETI ANTEAS SIRACUSA Rosalba Randone



'NOTTI DI NATALI

Chi donu 'ranni

ni fici 'u Gran Signuri,

n'à da notti

di luci e di culuri.

Mannau 'u figghiu so' a nui !

Ci dissi:

Tu scinni n'à terra

ppe' to' figghi

accussì, quannu ti chiamanu

ppo' so' bisognu

Tu ssì sempri dda'

vicinu, accantu.

Ci desi 'stu cumannu

e fu 'scutatu.

E ri dda' Notti Santa

'u figghiu di Diu

nun cc'ha cchiù lassatu.

Rosalba Randone

AUGURI NATALIZI POSTICIPATI

NATALE A TAVOLA


Molte sono le tradizioni natalizie che ancora resistono e trovano larga diffusione in Sicilia e che, pur diverse da luogo a luogo, danno un aspetto, un "sapore" caratteristico alla festività. Le più solide e radicate sono quelle gastronomiche, e non solo per una esigenza di godimento materiale, ma anche per il desiderio di incontro con gli altri, per cui, il banchetto acquista un significato di affratellamento e di amicizia.

POETI ANTEAS SIRACUSA Angelo Rullini

NATALI
Natali è 'na luci
ca si perdi 'nto tempu
e allucia
l'arma mia di picciriddu.
'Na luci ca sa di ducizza
di friddu... tizzuna ardenti
vecchi pasturedda muti,
surgenti d'acqua 'duci
all'occhi mei ca curri
'nta finti muntagni
e nasci 'u Bamminu!
Nasci, ccu lu sancu d'innuccenti
ppi l'omu tristi e sulu
e nicuzzi abbannunati.
Nasci supra 'a puvirtà
ccu guerri e inganni
ccu' fami
tirrimoti e drammi
ccu chiantu 'i matri
e genti dispirata
misa, comu canni 'o ventu...
Nasci nuru
comu l'innuccenza dde' picciriddi
e li tristizzi umani
ccu' 'n gridu 'i gioia:
Nasciu 'u Bammineddu!

Angelo Rullini

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POETI ANTEAS SIRACUSA Giuseppe Barbagallo


E FU NATALI
E nascìu lu bamineddu
'nta 'na rutta 'nta lu friddu
lu quarìa 'nu sciccareddu
cu' lu voi e 'n agneddu

L'agniduzzu fa be be
e nascìu 'u Re re Re

'Na stidda fu mannata
cu' la cuda assai splinnenti
pi' 'nzignarici la strata
'a li Magi a tutta 'a genti

L'agniduzzu fa be be
e nascìu 'u Re re Re

Cu purtava 'na cruvedda
cu sunava 'a ciaramedda
cu la pagghia po' giacigghiu
pi' Gesù dilettu figghiu.

Ca 'nto munnu fu mannatu
ri lu Diu sacramintatu
pi' livarini li mali
e po' munnu fu Natali !

L'agniduzzu fa be be
e nascìu 'u Re re Re.

Giuseppe Barbagallo

mercoledì 19 dicembre 2007

NATALE E CAPODANNO IN FABBRICA


Natale è già alle porte e il Cenacolo poetico dialettale ANTEAS di Siracusa nell'augurare Buone Feste a tutti i lavoratori della zona industriale di Priolo nonchè a tutti i lavoratori che leggono questo post, ricorda i bei tempi del Natale in fabbrica.
E' dalla fine degli anni '80 che non s'illumina più l'albero natalizio vicino lo spogliatoio CR, molto probabilmente il direttore d'allora, per motivi di sicurezza decise di non farlo fare più. Peccato! perchè quell'albero dava un'aria di festa anche ad una giornata lavorativa grigia. Per prepararlo, gli elettricisti dello stabilimento s' inventavano la qualunque per renderlo ogni anno sempre più bello.
Certamente un Capodanno in fabbrica non si dimentica mai, anche se qualcuno (che non ha mai provato questa esperienza) può storcere il naso. Da sempre tra i turnisti esiste un accordo mai stipulato, di non mancare al turno di Natale e Capodanno tranne casi straordinari, e alleggerire il più possibile il lavoro del 3° turno (dalle ore 22.00 alle ore 6.00), cosicchè quest'ultimi lavoratori possono bene festeggiare Natale e Capodanno in fabbrica (imprevisti permettendo).
La mia unica esperienza è quella del 3° turno del 31/12/1970 che iniziò in portineria quando la Vigilanza, su disposizione della Direzione, distribuì a tutti i lavoratori del 3° turno un panettoncino (quelli che all'epoca costavano lire 100) e dieci sigarette sfuse (nazionali semplici) alcune purtroppo sbriciolate.
Il mai dimenticato capoturno Giuseppe Alastra, affettuosamente conosciuto come 'u Zù Pippinu, aveva concesso a due componenti della squadra il giorno di ferie per potere trascorrere la serata con moglie e figli. Grande fu la sorpresa, e non solo sua, quando benchè i due avessero le ferie firmate, alle 22 la squadra era completa!
Nessuno di noi a distanza di anni, testimoni di quella bella e indimenticabile notte, potrà mai dimenticare le lagrime di gioia do' Zù Pippinu; un Capoturno tenero come 'u pani 'i casa, e che ci trattava con l'affetto di un padre.
(da: TRAVAGGHIAVUMU 'A SINCHITI di Armando Carruba)

martedì 18 dicembre 2007

MANGIAR SICILIANO - Peperonata


Ingredienti per 4 persone:
6 peperoni di colore rosso, giallo, verde. una cipolla, 8 pomodori maturi, olio di oliva extravergine, sale, pepe, 10 foglie di basilico.
procedimento:
Pelate la cipolla e tagliatela a fettine. Svuotate i peperoni dai semi, lavateli e tagliateli a fette molto sottili. Mettete sul fuoco - molto lento - un tegame con l'olio e fate soffriggere la cipolla unitamente ai peperoni. Salate e fate cuocere sempre a fiamma bassa per circa un'ora. Aggiungete eventualmente un po' d'acqua, dopo che il tutto abbia preso consistenza. Cinque minuti prima di togliere dal fuoco unite le foglie di basilico. Versate la peperonata su di un largo piatto di portata e servite in tavola tiepida o fredda.
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PROVERBIO DEL GIORNO

A cu mi duna lu pani, lu chiamu patri.
Chi mi dà il pane lo chiamo padre.