domenica 25 gennaio 2009

FIGLIO D'ORTIGIA di Giorgio Guarnaccia


FIGLIO D'ORTIGIA

Amo l'anfratto di scoglio
ove l'acqua di mare
s'insinua discreta
ed il granchio ha trovato rifugio.

Amo la palma soligna
che tende i suoi rami e m'addita
la luna e le stelle su in alto
nel limpido cielo cobalto.

Qui resterò, sullo scoglio
ove ogni radice è di carne e di sangue;

qui i miei giorni d'nfanzia gioiosi
ove coltivai promessa dei tempi.

Dagli scogli mi fissan patelle
come lucidi occhi.

Qui, mi riconosco vecchio pescatore
dal volto solcato da vento e marosi:

qui, nella serena dignità dei padri,
si chiuderà il mio breve cerchio.

Giorgio Guarnaccia

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