
FIGLIO D'ORTIGIA
Amo l'anfratto di scoglio
ove l'acqua di mare
s'insinua discreta
ed il granchio ha trovato rifugio.
Amo la palma soligna
che tende i suoi rami e m'addita
la luna e le stelle su in alto
nel limpido cielo cobalto.
Qui resterò, sullo scoglio
ove ogni radice è di carne e di sangue;
qui i miei giorni d'nfanzia gioiosi
ove coltivai promessa dei tempi.
Dagli scogli mi fissan patelle
come lucidi occhi.
Qui, mi riconosco vecchio pescatore
dal volto solcato da vento e marosi:
qui, nella serena dignità dei padri,
si chiuderà il mio breve cerchio.
Giorgio Guarnaccia
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