IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Era il primo giorno di scuola, si ritornava sui banchi dopo le vacanze estive passate a fari i bagni al molo S. Antonio, a giocare interminabili partite di pallone, ad aiutare il padre o i fratelli al lavoro, a fare qualsiasi cosa pur di contribuire al bilancio familiare.
Antonio, con la cartella e grembiule nero, fiocco rosso e un bel numero romano V a significare la frequenza alla quinta classe elementare, andò a casa di Salvatore così assieme si sarebbero recati a scuola in via G. B. Perasso.
Salvatore non era pronto, gli ultimi ritocchi al fiocco rosso che inspiegabilmente si slegava sempre e una poderosa pettinata a quei capelli che poche volte avevano avvertito odor di pettine, e adesso si ribellavano tanto che per tenerli fermi sua madre usò il succo del limone; e poi giù di corsa per le scale!
In via Malta incontrarono Arturo, Angelo e Gino; un'occhiata d'intesa e di corsa per via Tripoli, la macchina del ghiaccio era già in funzione, a piene mani presero quello macinato e prima che l'addetto li rimproverasse s'avviarono a scuola.
Quanta gente quel giorno! C'era il figlio del dottore accompagnato in macchina, quella balilla che tutti ammiravano come se fosse una delle sette meraviglie, le mamme tenevano i bimbi per mano, loro erano soli e per questo motivo si sentivano già grandi; presente anche l'omino della cicci bella col suo caratteristico bandezzare.
L'anziana bidella dai capelli bianchi, invitò i picciriddi ad entrare in fila per due, e a passo militare salirono le scale vociando.
La bidella dai capelli bianchi riempì i calamai d'inchiostro tanto che alcuni di essi traboccavano; la nuova maestra avvertì subito che quei bambini avevano voluto un gran bene al maestro che immaturamente era scomparso, e mandò il più grandicello a comprare delle caramelle per tutti.
Si era acquistata la simpatia della scolaresca, delle domande a ciascun bambino e pronti a scrivere il pensierino su come avevano trascorso le vacanze estive, un modo come un altro per poter fare la radiografia a ciascuno di loro.
Era così iniziato l'anno scolastico, evidenziato in seguito dalla disgrazia della Nuona Margherita, lo sfortunato peschereccio saltato in aria mentre recuperava residui bellici nel porto di Siracusa.
I bambini poveri potevano usufruire di un piatto caldo a mezzogiorno alla refezione scolastica, alcuni di essi portavano un pò di pasta a casa, ai fratellini che ancora non andavano a scuola e al babbo e mamma che in questo immediato dopoguerra, con tutta la loro buona volontà non riuscivano a sbarcare il lunario.
Anni da non dimenticare, ma mai come allora le famiglie furono così unite e tutti si volevano bene; oggi che abbiamo tutto, spesse volte ci accorgiamo che non possiediamo nulla.
Armando Carruba
Nessun commento:
Posta un commento