martedì 29 luglio 2008

ACI e GALATEA

Questa bellissima leggenda nacque in Sicilia: i Greci la narravano per spiegare un avvenimento naturale come l'eruzione dell'Etna, vulcano che ai loro occhi appariva non solo maestoso, ma minaccioso e terribile ad un tempo. Narra la leggenda che il pastorello Aci figlio di Fauno, amava la ninfa del mare Galatea, ma il loro amore era contrastato dal ciclope Polifemo che si rodeva il fegato dalla gelosia.
Tutte le sere Aci raggiungeva la spiaggia e aspettava ansiosamente l'arrivo della ragazza. Un giorno però, Polifemo, che abitava da quelle parti, scoprì il tenero amore tra i due e, in preda alla gelosia e all'ira, scagliò un grosso masso sul povero Aci uccidendolo crudelmente. Galatea, impietrita dal dolore, dopo aver raccolto le ultime parole del suo amato, gridò vendetta e invocò il padre degli dei Giove, affinchè punisse il ciclope Polifemo e chiese che il pastorello restasse per sempre con lei in mare. Giove, impietosito dalle calde lacrime della ninfa, concesse che il corpo di Aci fosse trasformato in un ruscello. Così Aci sfociando in mare, continuò ad incontrare l'amata Galatea.
Questo mito è legato alla città a cui il pastorello ha dato il nome: Acireale. Nella villa belvedere si ammira il bellissimo gruppo marmoreo che raffigura il momento culminante del mito, allorquando Galatea, visto Aci morente, invoca l'aiuto del dio Giove.

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