mercoledì 6 agosto 2008

L'albero del CARRUBO

Quando le colture erano determinate dal clima, dalla natura del terreno e dalla domanda che non subiva flessioni troppo rilevanti, il carrubo cresceva fronzuto e rigoglioso nella fascia costiera ed in particolare nelle campagne di Noto, Floridia, Avola, Vittoria, Pozzallo, S. Croce Camerina, Modica, Ispica.
Solo a Vittoria ogni anno si producevano 100.000 quintali di carrube. Il frutto macinato si dava agli animali e si utilizzava nell'industria dolciaria e farmaceutica. Durante la guerra dal frutto macinato si ricavava una farina che mista a quella di fave e di altri legumi dava un pane dolciastro sì, ma che toglieva di torno la fame.
I ragazzini per frenare la fame mangiavano carrube con voracità, nei mercati i frutti abbondavano e la coltura degli alberi rendeva molto. Poi, negli anni '60 cominciarono ad imporsi le coltivazioni in serre.
I primaticci richiedevano il terreno sgombro e spianato e gli alberi di carrubo vennero abbattuti per far posto al mare di plastica che economicamente rendeva di più.
Quindi, quando il frutto non fu più richiesto , il carrubo si abbandonò e nelle campagne restarono poche piante miste ad ulivi ed altri alberi.

Armando Carruba

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